Il Visualfood nasce dall’evoluzione di una passione personale per il bello in tavola. Una passione che avevo fin da ragazzina. Per molto tempo ho studiato tutte quelle arti che trasformavano gli alimenti in opere da ammirare, ma a un certo punto ho sentito fortissimo il limite di queste arti, ormai anacronistiche: il cibo veniva plasmato e trattato alla stregua di un materiale qualunque e, dopo aver svolto la sua funzione di scultura, veniva buttato via perché non più commestibile. Questo spreco di cibo mi sembrava un insulto nei confronti di tutte quelle popolazioni che non hanno nemmeno il necessario per sopravvivere. Da qui la necessità di creare qualcosa di nuovo, che unisse la bellezza delle forme alla funzione degli alimenti. Ho voluto dare a questa nuova pratica un nome che la contraddistinguesse da tutto il resto e l’ho chiamata “Visualfood”, ovvero arte visiva commestibile.
Negli ultimi anni l’attenzione alla cura e alla presentazione dei piatti si è fatta molto forte e io ho subito capito che sull’argomento avrei avuto tanto da dire e da proporre. Mancava un’area del settore food che si occupasse esclusivamente e specificamente di estetica del piatto, di forma, di presentazione degli alimenti e dei piatti. Eppure la forma non è meno importante della sostanza, soprattutto in certi ambiti! Nel mondo occidentale il cibo oggi ha sorpassato la funzione di nutrimento per diventare una forma di comunicazione: è cura dell’altro, è ricerca di emozioni e di nuove sensazioni.
Preparare gli ingredienti, manipolare la materia, vedere il cibo prendere forma, fino al momento più bello e più atteso, quello del convivio. Il Visualfood è tutto questo. La scelta di come comunicarlo mi è sembrata quasi scontata: con un blog raggiungi immediatamente migliaia e potenzialmente milioni di persone. Non hai bisogno che qualcuno ti “scopra” e ti dia uno spazio in un qualche canale mediatico. Sei subito in una vetrina e hai il tuo spazio per raccontare la tua storia. Le tecnologie che oggi abbiamo a disposizione mi hanno permesso di scegliere anche il modo migliore per comunicare: i video tutorial.
Mi sento una persona privilegiata perché ho a che fare ogni giorno con la bellezza e la creatività. Lavorare nel food design ti fa vedere le cose in un altro modo: si ragiona in termini di forme e colori e la creatività si autoalimenta. E’ il mio mondo. Un mondo in cui la ricerca del bello e della qualità è pensiero di ogni giorno. Anche nei miei collaboratori cerco queste qualità: devono essere prima di tutto persone “belle dentro”, che amano quello che facciamo e si appassionano al progetto, perché lo stiamo costruendo tutti insieme.
Come ti dicevo il Visualfood è una disciplina trasversale che offre risposte alle esigenze di pubblici diversi: i genitori che cercano un modo per far mangiare più verdure ai loro piccoli, i padroni di casa che amano ricevere e organizzare piccoli eventi a domicilio, fino ad arrivare ai professionisti del food, che hanno esigenze ancora diverse.
Uno degli argomenti che più attira l’attenzione sono i salumi: nel mondo della food art nessuno si era occupato prima di questo importantissimo settore. Un settore molto importante nella cucina e nella ristorazione italiana, soprattutto. Intendo dire il problema di come presentare i salumi, che sia un piatto di salumi da portare in tavola oppure il grande buffet di un evento. Io ho sviluppato diverse creazioni che offrono senz’altro una prima e soddisfacente risposta al problema e infatti le nostre lezioni e video lezioni sui salumi sono tra le più richieste.
La semplicità delle tecniche e dei materiali. La maggior parte delle mie creazioni sono facilmente riproducibili anche da chi ha poca manualità. Inoltre mi avvalgo di strumenti che velocizzano e facilitano molto il lavoro, garantendo il risultato. Sicuramente il fatto che questi strumenti siano anche economici aiuta a diffondere la pratica. Un elemento di innovazione deriva dal fatto che siamo i primi a offrire l’accesso a una formazione di questo tipo anche via web: le nostre video lezioni online sono state e continuano a essere il successo di molti professionisti e appassionati. Tutto questo non è un caso. Dietro alla registrazione di un marchio, all’apertura di un portale con servizi “one stop shop”, dietro allo sviluppo dei valori di questa disciplina c’è una visione e c’è anche tantissimo lavoro.
Tra i nostri progetti di punta c’è il programma “Visualfoodist”, un percorso che consente ai più appassionati e intraprendenti di trasformare la propria passione in un’attività, collaborando a stretto contatto con noi e utilizzando il marchio VisualFood. Per chi vuole saperne di più, basta visitare la sezione Visualfoodist sul nostro sito oppure può incontrarci di persona in una delle fiere o dei corsi che teniamo in giro per l’Italia.
La mia impressione è che l’etica e il valore del cibo stiano pian piano permeando anche questo mondo. Sono sempre di più i catering eco-bio, vale a dire attenti alla provenienza delle materie prime - il cosiddetto chilometro zero - al tipo di coltivazione, all’utilizzo ottimale delle risorse, alla gestione dei rifiuti. Mai come oggi il food costing è stato sinonimo di limitazione degli sprechi. Contemporaneamente l’attenzione per la forma e la cura del particolare sono diventati, sia nel catering che nel banqueting, caratteristica imprescindibile. Il pubblico è diventato più preparato ed esigente e si aspetta di essere continuamente stupito.
Basta pensare a come sia cambiato negli ultimi anni il tipo di alimentazione di una fetta importante della popolazione: sono sempre di più i vegani, vegetariani, i celiaci o le persone con altre intolleranze che non vogliono rinunciare a un pranzo fuori. Non bisogna farsi cogliere impreparati.
Ma il Visualfood, naturalmente!